La rabbia

La rabbia è una zoonosi che può colpire tutti i mammiferi compreso l’essere umano, che attacca il sistema Nervoso e che è presente in quasi tutto il mondo causando ogni anno decine di migliaia di vittime.  

Gli animali rabidi secernono grandi quantità di virus che veicolano attraverso il morso. Si può inoltre trasmettere attraverso un graffio od il contatto di saliva infetta con le mucose o con una ferita aperta.

In Italia il rischio di contagio è alto nelle regioni boschive tramite il contatto con animali selvatici. Fin a pochi anni fa esente, ora l’Italia si trova ad affrontare nuovi casi di rabbia sul territorio alpino orientale.

La rabbia causa lesioni a livello encefalico. La sintomatologia si manifesta quindi con alterazioni principalmente comportamentali: inquietudine, paura, aumentata aggressività. Un cane infetto può aggredire di fronte a qualsiasi stimolo. Progredendo il cane può manifestare ipersensibilità al tatto e ai rumori, fotofobia; può comparire paralisi dei muscoli mandibolari e della gola, con formazione di schiuma alla bocca legata all’incapacità di deglutire; possono comparire disorientamento, barcollamento, incoordinazione dei movimenti, mancanza d’equilibrio e paralisi del treno posteriore. Tutto questo associato a sintomi aspecifici come inappetenza, perdita di peso, debolezza e addirittura morte improvvisa.

Una volta avvenuto il contagio, la malattia ha tempi di incubazione variabili, con una’ampia forbice (2-8 settimane) prima della comparsa dei sintomi. Tuttavia la presenza del virus nella saliva e quindi la possibilità di poter contagiare si può avere già 10 giorni prima.

I cani a rischio sono soprattutto quelli non vaccinati, i cani da caccia e quelli ovviamente che vivono nelle zone a rischio, dove si ha maggior possibilità di entrare in contatto con animali selvatici o cani randagi già infetti. Ad oggi non esiste nessun test accurato per poter fare una diagnosi certe in vivo di rabbia. La conferma si ha solo con l’esame autoptico sul tessuto cerebrale.

Il vaccino risulta perciò fondamentale per evitare l’infezione e la trasmissione della patologia.

Per legge, ogni cane morsicatore deve essere denunciato e messo in osservazione per 10 giorni, indipendentemente che risulti vaccinato o meno. Se si dovesse essere morsi da un cane o da un qualsiasi animale selvatico bisogna lavare immediatamente la ferita per eliminare il più possibile le particelle virali eventualmente presenti. Accertarsi poi che il cane morsicature sia regolarmente vaccinato. Se ciò non dovesse essere o se il morso è dato da un animale selvatico si riceve un trattamento immunitario preventivo che impedisce di contrarre la rabbia. Se si incontrano animali selvatici con un comportamento inconsueto è consigliabile non avvicinarlo e avvertire le autorità competenti.

La rabbia è una zoonosi che può colpire tutti i mammiferi compreso l’essere umano, che attacca il sistema Nervoso e che è presente in quasi tutto il mondo causando ogni anno decine di migliaia di vittime.  

Gli animali rabidi secernono grandi quantità di virus che veicolano attraverso il morso. Si può inoltre trasmettere attraverso un graffio od il contatto di saliva infetta con le mucose o con una ferita aperta.

In Italia il rischio di contagio è alto nelle regioni boschive tramite il contatto con animali selvatici. Fin a pochi anni fa esente, ora l’Italia si trova ad affrontare nuovi casi di rabbia sul territorio alpino orientale.

La rabbia causa lesioni a livello encefalico. La sintomatologia si manifesta quindi con alterazioni principalmente comportamentali: inquietudine, paura, aumentata aggressività. Un cane infetto può aggredire di fronte a qualsiasi stimolo. Progredendo il cane può manifestare ipersensibilità al tatto e ai rumori, fotofobia; può comparire paralisi dei muscoli mandibolari e della gola, con formazione di schiuma alla bocca legata all’incapacità di deglutire; possono comparire disorientamento, barcollamento, incoordinazione dei movimenti, mancanza d’equilibrio e paralisi del treno posteriore. Tutto questo associato a sintomi aspecifici come inappetenza, perdita di peso, debolezza e addirittura morte improvvisa.

Una volta avvenuto il contagio, la malattia ha tempi di incubazione variabili, con una’ampia forbice (2-8 settimane) prima della comparsa dei sintomi. Tuttavia la presenza del virus nella saliva e quindi la possibilità di poter contagiare si può avere già 10 giorni prima.

I cani a rischio sono soprattutto quelli non vaccinati, i cani da caccia e quelli ovviamente che vivono nelle zone a rischio, dove si ha maggior possibilità di entrare in contatto con animali selvatici o cani randagi già infetti. Ad oggi non esiste nessun test accurato per poter fare una diagnosi certe in vivo di rabbia. La conferma si ha solo con l’esame autoptico sul tessuto cerebrale.

Il vaccino risulta perciò fondamentale per evitare l’infezione e la trasmissione della patologia.

Per legge, ogni cane morsicatore deve essere denunciato e messo in osservazione per 10 giorni, indipendentemente che risulti vaccinato o meno. Se si dovesse essere morsi da un cane o da un qualsiasi animale selvatico bisogna lavare immediatamente la ferita per eliminare il più possibile le particelle virali eventualmente presenti. Accertarsi poi che il cane morsicature sia regolarmente vaccinato. Se ciò non dovesse essere o se il morso è dato da un animale selvatico si riceve un trattamento immunitario preventivo che impedisce di contrarre la rabbia. Se si incontrano animali selvatici con un comportamento inconsueto è consigliabile non avvicinarlo e avvertire le autorità competenti.